sabato 12 agosto 2017

LIBRO: Il nome della rosa

Titolo: Il nome della rosa

Autore: Umberto Eco

Genere: romanzo (non è classificabile in un singolo genere)

Anno di pubblicazione: 1980, vincitore del Premio STREGA nel 1981

Casa editrice: Bompiani

Trama:
Ultima settimana del novembre 1327. Il novizio Adso da Melk accompagna in un'abbazia dell'alta Italia frate Guglielmo da Baskerville, incaricato di una sottile e imprecisa missione diplomatica. Ex inquisitore, amico di Guglielmo di Occam e di Marsilio da Padova, frate Guglielmo si trova a dover dipanare una serie di misteriosi delitti (sette in sette giorni, perpetrati nel chiuso della cinta abbaziale) che insanguinano una biblioteca labirintica e inaccessibile. Per risolvere il caso, Guglielmo dovrà decifrare indizi di ogni genere, dal comportamento dei santi a quello degli eretici, dalle scritture negromantiche al linguaggio delle erbe, da manoscritti in lingue ignote alle mosse diplomatiche degli uomini di potere. La soluzione arriverà, forse troppo tardi, in termini di giorni, forse troppo presto, in termini di secoli.

Aforisma:

“Il bene di un libro sta nell'essere letto. Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose. Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.” 

Recensione:
Siamo difronte ad un libro indefinibile, o lo si ama o lo si odia (ma, in verità, che potrebbe odiarlo?). Si tratta di una pietra miliare della nostra cultura, Umberto Eco dovrebbe essere inserito nelle antologie scolastiche, tanto è fondamentale il suo libro.
È necessario leggerlo per poter affermare di amare i libri. Sinceramente, se qualcuno mi dicesse che non è riuscito a portare a termine questa lettura, o che non l'ha apprezzata, gli risponderei, molto semplicemente, di rileggerlo in un altro momento.
Questo libro è perfetto, contiene moltissimi generi e livelli di lettura, talmente tanti che è necessario rileggerlo più volte per capirlo a fondo (cosa che mi sono ripromessa di fare). Ammetto di averlo letto una sola volta e di non averlo compreso nella sua completezza, però ne sono rimasta folgorata.

Umberto Eco


Tutto è minuzioso e descritto in maniera esaustiva, l'aspetto storico è ricco (ci sono alcune imprecisioni: i peperoni, che sono stati importanti dall'America qualche secolo dopo, il violino, che non era ancora stato inventato, e i secondi, che non esistevano ancora come unità di misura), in un attimo ci si sente trasportati nel Medioevo.
Il romanzo è suddiviso in giornate che a loro volta seguono i "momenti" in cui è suddivisa la vita del monastero (mattutino, prima, terza, sesta, nona, vespri, compieta e notte), e questa cadenza, con lo scorrere dei giorni ci aiuta ad immedesimarci in questa vita.
I personaggi sono umani, realistici, con tutti i loro difetti. L'unico che è difficile da capire ed entrare nel suo ragionamento è forse Guglielmo da Baskerville, ma in fondo è giusto che sia così; Eco ha voluto darci un uomo che viveva di secoli avanti rispetto alla sua epoca storica.
I personaggi sono molti, si tratta di un monastero non troppo grande, ma famoso come punto d'incontro di molti religiosi grazie alla ricchissima biblioteca. Si può dire che la biblioteca stessa è un personaggio, ricca di misteri, al punto che pochissimi ci sono stati, solo i bibliotecari e gli aiuto bibliotecari, e chi non aveva il permesso di accedervi non è più tornato per raccontare i tesori che vi sono nascosti con tanta cura, una cura maniacale.

La parte meno convincente riguarda l'inizio, con il classico espediente del manoscritto ritrovato (mi era andato in disgrazia a scuola, con I Promessi Sposi), però tutto il resto del romanzo risolleva alla grande la situazione.

Mi è piaciuta un sacco la figura di Adso da Merk, per tutto il libro mi sono sentita esattamente come lui, e penso proprio che avrei reagito come lui in molte situazioni, un po' pasticcione ma con molta voglia di imparare e di fare il proprio meglio.

Tutto il racconto è ricco di colpi di scena e vi anticipo che il giovane novizio si troverà in una situazione molto peccaminosa, che però Guglielmo liquiderà come una cosa da poco.

Se vi accingete a leggere il libro senza aver visto il film tanto meglio, la soluzione alla serie di morti vi lascerà a bocca aperta, e tutto ciò che pensavate di aver capito si rivelerà un mero castello di carte spazzato via da un soffio di vento.

Geniale. Non c'è nient'altro da aggiungere.


Valutazione: 9/10
(9 e non 10 Per il semplice motivo che devo rileggerlo per comprenderlo al meglio)

Buona lettura!

Una scena del film "Il nome della rosa"

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