sabato 12 agosto 2017

LIBRO: Il nome della rosa

Titolo: Il nome della rosa

Autore: Umberto Eco

Genere: romanzo (non è classificabile in un singolo genere)

Anno di pubblicazione: 1980, vincitore del Premio STREGA nel 1981

Casa editrice: Bompiani

Trama:
Ultima settimana del novembre 1327. Il novizio Adso da Melk accompagna in un'abbazia dell'alta Italia frate Guglielmo da Baskerville, incaricato di una sottile e imprecisa missione diplomatica. Ex inquisitore, amico di Guglielmo di Occam e di Marsilio da Padova, frate Guglielmo si trova a dover dipanare una serie di misteriosi delitti (sette in sette giorni, perpetrati nel chiuso della cinta abbaziale) che insanguinano una biblioteca labirintica e inaccessibile. Per risolvere il caso, Guglielmo dovrà decifrare indizi di ogni genere, dal comportamento dei santi a quello degli eretici, dalle scritture negromantiche al linguaggio delle erbe, da manoscritti in lingue ignote alle mosse diplomatiche degli uomini di potere. La soluzione arriverà, forse troppo tardi, in termini di giorni, forse troppo presto, in termini di secoli.

Aforisma:

“Il bene di un libro sta nell'essere letto. Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose. Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.” 

Recensione:
Siamo difronte ad un libro indefinibile, o lo si ama o lo si odia (ma, in verità, che potrebbe odiarlo?). Si tratta di una pietra miliare della nostra cultura, Umberto Eco dovrebbe essere inserito nelle antologie scolastiche, tanto è fondamentale il suo libro.
È necessario leggerlo per poter affermare di amare i libri. Sinceramente, se qualcuno mi dicesse che non è riuscito a portare a termine questa lettura, o che non l'ha apprezzata, gli risponderei, molto semplicemente, di rileggerlo in un altro momento.
Questo libro è perfetto, contiene moltissimi generi e livelli di lettura, talmente tanti che è necessario rileggerlo più volte per capirlo a fondo (cosa che mi sono ripromessa di fare). Ammetto di averlo letto una sola volta e di non averlo compreso nella sua completezza, però ne sono rimasta folgorata.

Umberto Eco


Tutto è minuzioso e descritto in maniera esaustiva, l'aspetto storico è ricco (ci sono alcune imprecisioni: i peperoni, che sono stati importanti dall'America qualche secolo dopo, il violino, che non era ancora stato inventato, e i secondi, che non esistevano ancora come unità di misura), in un attimo ci si sente trasportati nel Medioevo.
Il romanzo è suddiviso in giornate che a loro volta seguono i "momenti" in cui è suddivisa la vita del monastero (mattutino, prima, terza, sesta, nona, vespri, compieta e notte), e questa cadenza, con lo scorrere dei giorni ci aiuta ad immedesimarci in questa vita.
I personaggi sono umani, realistici, con tutti i loro difetti. L'unico che è difficile da capire ed entrare nel suo ragionamento è forse Guglielmo da Baskerville, ma in fondo è giusto che sia così; Eco ha voluto darci un uomo che viveva di secoli avanti rispetto alla sua epoca storica.
I personaggi sono molti, si tratta di un monastero non troppo grande, ma famoso come punto d'incontro di molti religiosi grazie alla ricchissima biblioteca. Si può dire che la biblioteca stessa è un personaggio, ricca di misteri, al punto che pochissimi ci sono stati, solo i bibliotecari e gli aiuto bibliotecari, e chi non aveva il permesso di accedervi non è più tornato per raccontare i tesori che vi sono nascosti con tanta cura, una cura maniacale.

La parte meno convincente riguarda l'inizio, con il classico espediente del manoscritto ritrovato (mi era andato in disgrazia a scuola, con I Promessi Sposi), però tutto il resto del romanzo risolleva alla grande la situazione.

Mi è piaciuta un sacco la figura di Adso da Merk, per tutto il libro mi sono sentita esattamente come lui, e penso proprio che avrei reagito come lui in molte situazioni, un po' pasticcione ma con molta voglia di imparare e di fare il proprio meglio.

Tutto il racconto è ricco di colpi di scena e vi anticipo che il giovane novizio si troverà in una situazione molto peccaminosa, che però Guglielmo liquiderà come una cosa da poco.

Se vi accingete a leggere il libro senza aver visto il film tanto meglio, la soluzione alla serie di morti vi lascerà a bocca aperta, e tutto ciò che pensavate di aver capito si rivelerà un mero castello di carte spazzato via da un soffio di vento.

Geniale. Non c'è nient'altro da aggiungere.


Valutazione: 9/10
(9 e non 10 Per il semplice motivo che devo rileggerlo per comprenderlo al meglio)

Buona lettura!

Una scena del film "Il nome della rosa"

LIBRO: I Watson

Titolo: I Watson

Titolo originale: The Watsons

Autore: Jane Austen

Genere Romanzo regency (incompleto)

Casa editrice: varie

Trama:
La Austen ha saputo ritrarre magistralmente la borghesia provinciale del Settecento inglese, con la sua ossessione per le buone maniere e la sua visione del matrimonio come aspirazione suprema.
Ne I Watson (iniziato nel 1804, e rimasto incompiuto) questo sfondo assume tinte più cupe. La famiglia Watson si ritrova nella situazione – ben nota alla scrittrice, che dopo la morte del padre visse un periodo di ristrettezze economiche – di dover mantenere un certo decoro senza averne i mezzi. Trovare un buon partito, allora, sembra l’unica via di salvezza da un destino altrimenti segnato. Ma l’orgogliosa Emma, a differenza delle sorelle, vuole sottrarsi alla contesa per i pochi scapoli abbienti del paese.


Recensione:
Un vero peccato che Jane Austen sia morta prima di poter portare a termine questo romanzo che prometteva molto bene.
Non saprei se consigliarlo o meno, in quanto sono pochissime pagine e la storia risulta "stroncata". Io l'ho letto perché l'avevo acquistato per caso in libreria a € 1,99. Se avete letto tutti i libri della Austen e avete voglia di qualcosa di nuovo potete sognare per un brevissimo momento con l'inizio di questo romanzo, e informarvi su quello che la scrittrice prevedeva di far vivere ai suoi personaggi (lo racconta in una lettera).
Questo libriccino è come una pastina che si mangia in un attimo, senza accorgercene, e quello che ci rimane è solo il sapore in bocca, un vero peccato perché sarebbe potuto diventare un vero e proprio dolce.


Valutazione: 7/10

Buona lettura!

venerdì 2 giugno 2017

LIBRO: Il Conte di Montecristo

Titolo: Il Conte di Montecristo

Titolo originale: Le Comte de Monte-Cristo

Autore: Alexandre Dumas (Dumas padre)

Genere: Romanzo d'appendice

Anno di pubblicazione: terminato nel 1844, pubblicato nel 1845-1846 (pubblicato in 18 parti)

Casa editrice: varie

Aforisma: 

"Perché" disse nella lingua sonora delle figlie di Sparta e d'Atene "perché mi fai chiedere il permesso di entrare da me? Non sei tu il mio padrone? Non sono io la tua schiava?" Montecristo sorrise a sua volta: "Haydèe" disse, "non sapete?..." "Perché non dai del tu come sempre?" Interruppe la giovane greca. "Ho dunque commesso qualche mancanza? In questo caso bisogna punirmi, ma non darmi del voi" "Haydèe" disse il conte, "tu sai che siamo in Francia, e che per conseguenza sei libera." "Libera di far che?" Domandò la giovane. "Libera di lasciarmi." "Lasciarti!... e perché lo farei?" "Che so io?... Vedremo gente..." "Non voglio vedere alcuno." "E se in mezzo ai bei giovani che incontrerai, qualcuno ti piacesse, io non sarò tanto ingiusto..." "Non vidi mai uomo più bello di te, e non amai che mio padre e te"

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/libri/frase-115999?f=w:138>

Trama:
L'appassionante vicenda di Edmond Dantès che, ingiustamente condannato e imprigionato, riesce a vendicarsi dei suoi nemici grazie al tesoro dell'abate Faria, conserva ancora oggi inalterato tutto il suo fascino, continuando a ispirare riduzioni cinematografiche e televisive. Pubblicato per la prima volta en feuilleton sul "journal des Débats" nel 1844, dopo il clamoroso successo dei "Misteri di Parigi" di Eugène Sue, "II conte di Montecristo" seppe conquistare, fin dalle prime puntate, migliaia e migliaia di lettori, facendo diventare di colpo Edmond Dantes uno dei "supereroi" più amati dalla fantasia popolare e Alexandre Dumas uno degli scrittori più letti, non solo in Francia. Straordinario manipolatore di intrecci, Dumas costruisce con estrema abilità una vicenda ricca di imprevisti e di colpi di scena; spaziando dalle cupe segrete del Castello d'If alle catacombe romane, dalla Parigi del grand monde all'Oriente, dipinge un fedele ritratto della società della Restaurazione dominati dal potere del denaro, con un'efficacia degna di Balzac.

Recensione:
Ho cominciato a leggere questo libro d'istinto, per staccare da mondo, speravo che un libro di oltre ottocento pagine, che viene presentato come un grande romanzo ci sarebbe riuscito; e così è stato!

L'inizio è splendido, il giovane Dantès è un ragazzo perfetto: gran lavoratore, figlio amorevole e fidanzato affettuoso. Solo per poco tempo però le cose sembrano andare per il verso giusto, perché ci sono persone che sono invidiose della vita che conduce Edmond e vogliono liberarsene. Al danno si aggiunge la beffa quando il Procuratore del Re trova degli interessi a suo vantaggio nel mantenere le colpe del giovane e usarlo come capro espiatorio.
Certo, Edmond all'inizio è buono e si lascia aggirare, non rendendosi conto che lo stanno usando, ma gli anni di prigionia nel Castello d'If e la cultura che coltiva grazie alla conoscenza dell'abate Faria fanno crescere in lui il germe della vendetta. Quando si presenta l'occasione di fuggire riesce ad architettare un piano e metterlo in atto talmente grandioso che ad un certo punto spaventa anche lui.

Il Castello d'If


Leggendo varie opinioni online ho scoperto che molti (es. Gramsci) lo definiscono un romanzo oppiaceo, creato per piacere alla massa: chi non ha mai subito un torto dal grande sistema e sogna la propria vendetta, il proprio riscatto?
Effettivamente sono d'accordo, è un romanzo in cui è facile immedesimarsi, la trama è incalzante e anche le sotto trame sono accurate, la linea temporale a volte risulta stravolta (vengono indicate delle date che non sempre coincidono, ad esempio quando Edmond conosce Albert de Morcef a Roma durante il Carnevale, ma ci sono altri esempi).
Un'altra affermazione che ho trovato è stata: "Il Conte di Montecristo è senz'altro uno dei romanzi più appassionanti che siano mai stati scritti e d'altra parte è uno dei romanzi più mal scritti di tutti i tempi e di tutte le letterature." (Umberto Eco)
Ecco, qui sono d'accordo con la prima parte, vi sfido ad abbandonare il Conte di Montecristo e le sue avventure alla ricerca della vendetta (io ho dovuto farlo per un periodo a causa di un intervento agli occhi, mancava poco che chiedessi a qualcuno di leggermelo, ma ho preferito trattenermi). Però la seconda parte dell'affermazione non ha ne capo ne coda, anche solo per le descrizioni dei banchetti Dumas merita di essere applaudito. Quando Franz incontra il Conte nel suo rifugio sull'isola di Montecristo pare quasi di essere lì con loro ad assaporare le prelibatezze a subire gli effetti dell'ambrosia (hashish).

L'isola di Montecristo


I personaggi sono caratterizzati e ognuno ha la propria storia, persino la figlia di Danglar che non è poi così fondamentale, se non per l'utilizzo di Benetto contro il Barone, comunque la sua storia personale poteva essere molto meno approfondita.
Riguardo ai personaggi ho visto che molti considerano Dantes "inesistente", "senza carattere", ma io penso che invece sia il contrario, un uomo consumato dalla vedetta si annulla e agisce solo in funzione della stessa. Credo che ci sia un po' di lui in tutti i travestimenti che utilizza: il Conte di Montecristo, Sindbad il marinaio, Lord Wilmore e l'abate Busoni.

Se posso dire una cosa che mi ha fatto molto dispiacere è il finale di Mercedes, ho capito che è ciò che lei vuole, ma Edmond l'amava ancora, e l'avrebbe resa una regina. Forse le avrebbe ricordato le pene subite a causa di suo marito, ma loro erano perfetti l'uno per l'altra.
Nonostante ciò l'aforisma che ho scelto dimostra che in ogni caso Dantès passa il resto della sua vita con una persona che lo ama sinceramente.

Tirando le somme si tratta di un libro da leggere, almeno una volta nella vita, perché l'insegnamento finale annulla tutte le critiche che gli sono state mosse e nessuno rimarrà deluso da una lettura tanto avventurosa e coinvolgente.

Valutazione: 9/10

Buona lettura!

domenica 19 marzo 2017

LIBRO: Emma

Titolo: Emma

Titolo originale: Emma

Autore: Jane Austen

Genere: Regency

Casa editrice: varie

Trama:
"Sono andata a scegliermi un'eroina che nessuno tranne me potrebbe amare...": così diceva, della protagonista, la sua creatrice. Emma Woodhouse è una giovane donna intelligente, indipendente, che ha sviluppato una forte individualità e una decisa coscienza della propria posizione sociale. E tuttavia è straordinariamente cieca di fronte ai sentimenti: propri e altrui. Jane Austen costringe la sua eroina a una tardiva quanto autoironica presa di coscienza, attraverso la quale prende forma anche la sua sottile critica dei costumi, della vanità e dell'egoismo, visti alla luce di una profonda comprensione dell'animo umano.

Aforisma:
≪ Che io sia affascinante non basta per indurmi al matrimonio; bisogna che,
a mia volta, trovi affascinanti altre persone... o almeno una.≫

Recensione:
Non so di preciso cosa mi aspettavo da questo libro, ma alla fine dei conti sono felice di averlo letto e l'ho trovato piacevole. Ci ho messo un bel po' a finirlo, per vari motivi, oltre al fatto che in alcuni punti ho trovato la storia lenta e un po' meno appassionante.
L'inizio è stato bello esplosivo, coinvolgente fin dalle prime pagine e il finale è stato semplicemente perfetto e sublime, un bel "e vissero tutti felici e contenti... e sposati!", d'altro canto non è una novità che tutti il libri di zia Jane finiscano con almeno un matrimonio.

I personaggi non sono poi così tanti e trattandosi di una storia che narra le vicissitudine di alcune famiglie che sono vicine di casa si arriva ad un punto che tutti hanno avuto delle dinamiche con ogni personaggio.
Ognuno di loro ha una caratteristica che lo rende uno stereotipo: la chiacchierona, la giovane malleabile, l'ipocondriaco, lo stacanovista, la moglie perfetta, l'arrampicatore sociale e via dicendo.

Il romanzo si basa per lo più sul dialogo diretto, ma spesso e volentieri anche sul dialogo indiretto.

Di risvolti amorosi ce ne sono a volontà, perché la Austen con questo libro mirava a trattare il "fraintendimento in amore" e devo dire che ci è riuscita alla grande. Con vari colpi di scena ha scardinato quello che credevamo assodato fino a due righe prima, non faccio esempi in quanto rovinerei la lettura. Però l'amore più bello arriva per penultimo ed è quello della bella ed intelligente Emma.

Emma. Jane Austen ha sentenziato che nessuno, tranne lei, potrebbe amare Emma come eroina. Sinceramente non l'ho odiata, in alcune scene mi ha dato fastidio il suo comportamento, ma per il resto si vede che una ragazza con il senno, che ci pensa bene prima di creare determinate situazioni, per cui non capisco molto questa affermazione della Austen.

Un altro personaggio che merita una nota speciale è Mr George Knightely. L'unico che riesce a tenere testa a Emma e la mette in guardia su alcuni suoi errori, e poi è un vero cavaliere, ad esempio salvando Miss Smith da una brutta figura ad un ballo.

Qui siamo difronte ad un classico libro di Jane Austen, può piacere come no, non tutti siamo uguali.
Personalmente l'ho apprezzato meno di "Orgoglio e pregiudizio", lo colloco sullo stesso livello di "Ragione e sentimento".

Valutazione: 7+/10

Buona lettura!

venerdì 3 febbraio 2017

LIBRO: Storia di illustri Shadowhunters e abitanti del mondo dei Nascosti

Titolo: Storia di illustri Shadowhunters e abitanti del mondo dei Nascosti

Titolo originale:History of notable Shadowhunters and denizens of Downworld

Autore: Cassandra Clare, Cassandra Jean

Genere: Urban Fantasy Illustrato

Casa editrice: Mondadori

Saga: tutte le saghe di Shadowhunters

  1. Le origini
  2. Shadowhunters
  3. L'accademia Shadowhunters


Trama:
I PERSONAGGI PIÙ AMATI RACCONTATI COME MAI PRIMA

Un’antologia molto speciale contenente i ritratti, per parole e immagini, dei personaggi più amati della saga scritta da Cassandra Clare.
Testi di Cassandra Clare 
Illustrazioni di Cassandra Jean

Recensione:
Uno splendido libro per tutti i fan di Shadowhunters, arricchito dai meravigliosi disegni di Cassandra Jean.





I personaggi sono suddivisi in base alle saghe, i personaggi che compaiono in più di una serie vengono inseriti nella saga in cui hanno fatto la loro prima apparizione. Si trovano in ordine cronologico e ad ognuno di loro sono dedicate due facciate: la prima, dove vengono indicati il nome, i dati generali (anno di nascita, specie, arma preferita e famiglia) e una breve descrizione dove di solito si tratta più di un breve racconto riguardo ad una particolare caratteristica; e la seconda dove si trova il disegno del personaggio accompagnato da un fiore, in alto è indicato nuovamente il nome mentre in basso si trova il fiore che gli è stato affibbiato con il relativo significato. La scelta del fiore è molto accurata, a nessuno è stato collegato il fiore che ha già un altro personaggio e i significati calzano a pennello con la caratteristica principale del personaggio.
Consiglio di prendere la copia cartacea perché in versione ebook il libro non ha senso, visto che è basato principalmente sull'impatto visivo.




Non si tratta di un libro necessario alla trama delle avventure del mondo degli Shadowhunters e dei Nascosti, nonostante ci siano delle chicche non da poco conto tra le descrizioni dei personaggi. Possiamo considerarlo come un approfondimento, una raccolta, su tutti i personaggi delle varie saghe Shadowhunters, anche quelle che sono ancora da pubblicare (The Last Hours).
Attenzione, non ci sono spoiler per i libri che devono essere ancora pubblicati (ovviamente), però se vi manca qualche libro da leggere potreste incappare in qualche anticipazione, magari sgradita. Vi consiglio quindi di evitare di leggere le descrizioni di personaggi che appartengono alle saghe che vi mancano.

Se volete fare un regalo a qualcuno che è fan di Cassandra Clare con questo farete sicuramente centro!

Valutazione: 8.5/10

Buona lettura!

LIBRO: La Regina Vittoria

Titolo: La Regina Vittoria

Titolo originale: Queen Victoria

Autore: Lytton Strachey

Genere: Biografia

Casa editrice: Castelvecchi - Ritratti

Trama:
Il regno di Vittoria coincise con il massimo splendore dell Impero britannico, gli anni della Rivoluzione Industriale e della Grande Esposizione. Un'epoca attraversata da profondi cambiamenti, ma al tempo stesso segnata dal ritorno di una morale rigida, di cui la famiglia reale inglese era l'esempio e l'emblema. In questo libro Lytton Strachey ricostruisce la vita della sovrana, dagli entusiasmi e turbamenti dell'adolescenza, alle tenerezze della vita coniugale, al dolore sordo della vedovanza. Senza sentimentalismi, ma con garbata ironia, l'autore descrive le virtù e le debolezze di una donna. Intorno alla regina ruotano i protagonisti della politica della nazione: l'amato principe Alberto, William Gladstone, Benjamin Disraeli, Henry John Palmerston e John Russell. Scritto nel 1921, La regina Vittoria ha segnato una svolta nel genere biografico ed è valso a Strachey il premio letterario James Tait Black Memorial. Questo libro ha contribuito a definire nell'immaginario popolare la figura di Vittoria, regina che occupò "un posto distinto e memorabile" nel cuore dei suoi sudditi.

Recensione:
È la prima volta che leggo una biografia, di solito preferisco storie inventante, create dalla fantasia dell'autore. Però spesso succede che la vita sia più emozionante della finzione.

Perché la Regina Vittoria? Per il semplice motivo che mi sono innamorata della serie televisiva uscita nel 2016 e incentrata sulla sua vita: Victoria.
Se mi fossi decisa prima a leggere una biografia credo che avrei scelto ad occhi chiusi quella dell'Imperatrice Sissi d'Austria, ebbene sì, sono un'inguaribile romantica. Oppure avrei preso un romanzo storico su Carlo Magno, ma qui stiamo parlando di biografie e possiamo affermare che la cosa si discosta abbastanza.

Non sapevo molto della Regina Vittoria, solo che è stata una delle persone che ha regnato più a lungo nel Regno Unito, è stata superata pochi anni fa dall'attuale Regina Elisabetta, e che l'epoca vittoriana è stata una delle epoche di massimo splendore per l'Inghilterra. Guardando la serie televisiva mi sono innamorata della sua storia d'amore con il Principe Alberto e quando non sono riuscita a placare la curiosità mi sono tuffata nella lettura del libro che più ha rappresentato la Regina Vittoria.

Il ritratto che la Regina regalò al suo amato marito, a suo solo uso personale.


Si tratta di un libro scritto negli anni '20, ma non sembra affatto "vecchio", non ha nulla della biografia monotona stile libro-di-scuola che mi aspettavo.
Il libro è scorrevole e mai noioso, vengono raccontati tutti gli aspetti della vita della sovrana, da bambina, da ragazza, da moglie e infine da vedova.
Sono presenti anche vari aneddoti, ad esempio da giovane la Regina possedeva un cagnolino di nome Dash, come nella serie tv, e all'inizio del matrimonio faceva pesare al Principe il fatto che lei fosse la Regina d'Inghilterra.
I personaggi sono meno rispetto a quelli che mi aspettavo, però sono tutti quelli che servono, a ben guardare le persone che contano davvero nelle nostre vite non sono poi così tante, e quindi, perché questo non dovrebbe valere anche per una regina? Comunque ognuno di loro ha un'importanza diversa e in base a questo c'è una maggiore o minore minuziosità nella descrizione, e attenzione la descrizione è quasi sempre puramente psicologica. I personaggi che ho trovato meglio descritti, tanto da farli sembrare reali sono stati Lord M. (ebbene sì, anche nella realtà la giovane sovrana chiamava così il suo Primo Ministro, Lord Melbourne) e il Principe Alberto.

La Regina Vittoria e il Principe Alberto il giorno del matrimonio


Me l'aspettavo un po' diversa la Regina Vittoria, più aperta di mentalità e più libera nei costumi. In fin dei conti l'epoca vittoriana rappresenta l'inizio dell'industria, delle ferrovie, ci sono un sacco di scoperte scientifiche (Darwin) e di esplorazioni (le cascate Vittoria), però non si può avere tutto. 
Guardando bene lei è stata una regina buona, come aveva promesso da piccola: lavorava moltissimo per il suo paese, sempre affiancata dal Principe consorte, si era sempre interessata del suo popolo. 
La persona più aperta alle novità era, invece, il Principe Alberto, che ha sempre cercato di "trascinarsi dietro" l'amata moglie nelle sue passioni, organizzando, ad esempio, l'esposizione universale.



Mi ha fatto piacere leggere questo libro, era il momento giusto per leggerlo. Non dico che mi manca la scuola, però è sempre bello interessarsi alle materie umanistiche e allargare le proprie conoscenze.

Valutazione: 8-/10

Buona lettura!



domenica 8 gennaio 2017

LIBRO: Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali

Titolo: La casa per bambini speciali di Miss Peregrine

Titolo originale: Miss Peregrine's home for peculiar children


Autore: Ransom Riggs

Genere: Fantasy

Saga: Miss Peregrine

  1. La casa per bambini speciali di miss Peregrine
  2. Hollow City - il ritorno dei bambini speciali di miss Peregrine
  3. La biblioteca delle anime
BONUS: I racconti degli speciali. Miss Peregrine

Casa editrice: Rizzoli

Trama:
Quali mostri popolano gli incubi del nonno di Jacob, unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia di ebrei polacchi? Sono la trasfigurazione della ferocia nazista? Oppure sono qualcosa d'altro, e di tuttora presente, in grado di colpire ancora? Quando la tragedia si abbatte sulla sua famiglia, Jacob decide di attraversare l'oceano per scoprire il segreto racchiuso tra le mura della casa in cui, decenni prima, avevano trovato rifugio il nonno Abraham e altri piccoli orfani scampati all'orrore della Seconda guerra mondiale. Soltanto in quelle stanze abbandonate e in rovina, rovistando nei bauli pieni di polvere e dei detriti di vite lontane, Jacob potrà stabilire se i ricordi del nonno, traboccanti di avventure, di magia e di mistero, erano solo invenzioni buone a turbare i suoi sogni notturni. O se, invece, contenevano almeno un granello di verità, come sembra testimoniare la strana collezione di fotografie d'epoca che Abraham custodiva gelosamente. Possibile che i bambini e i ragazzi ritratti in quelle fotografie ingiallite, bizzarre e non di rado inquietanti, fossero davvero, come il nonno sosteneva, speciali, dotati di poteri straordinari, forse pericolosi? Possibile che quei bambini siano ancora vivi, e che - protetti, ma ancora per poco, dalla curiosità del mondo e dallo scorrere del tempo - si preparino a fronteggiare una minaccia oscura e molto più grande di loro?

Recensione:
Ho sentito molto parlare di questi libri, soprattutto perché il mese scorso è uscito il film, diretto da Tim Burton, tratto, appunto, da questi libri.
Ammetto che non piace leggere un libro perché va di moda, ad esempio fino a poco tempo fa sembrava che tutti, anche chi non aveva mai letto in vita sua, leggesse i libri di John Green, quello di "colpa delle stelle" per intenderci. Sinceramente non ho mai sentito il bisogno di leggerli, nemmeno ora che quasi nessuno ne parla più.
Comunque sia ho comprato questo libro. Perché ero al centro commerciale in pausa pranzo, ero annoiata ed il romanzo era in offerta... cosa che giuro di non fare mai più!
Sono abituata ad informarmi prima di acquistare un libro, avere un'idea della trama, dell'autore, se ci sono varie edizioni qual è la migliore, la copertina, cose normali insomma. Questo romanzo aveva la copertina angosciante, almeno per me, una bambina arrabbiata che stava levitando; però quando l'ho preso io c'era la sovracopertina con la pubblicità del film e miss Peregrine è l'attrice Eva Green (che ho adorato in Penny Dreadful), mi sono lasciata imbambolare insomma. Poi per quanto riguarda la trama: trattava della Seconda Guerra Mondiale, ho sperato che fosse in minima parte, sono stata fortunata.

Allora, questo romanzo l'ho letto velocemente, ma non mi ha lasciato nulla; io invece spero sempre che un libro mi resti impresso nella mente, che mi ricordi di qualche frase quando mi trovo in una particolare situazione, mi piace pensare a come agirebbe un determinato personaggio, purtroppo qui non è successo.

La trama è un po' noiosa, ci sono alcuni colpi di scena, però a volte non capivo il senso logico degli avvenimenti o a cosa servissero determinati personaggi. Si parla tanto dei ragazzi speciali, però ne conosciamo bene solo quattro, la tanto nominata Miss Peregrine serve solo a spiegare al protagonista la vita degli speciali. Odio il protagonista, fin dalla prima pagina, un ragazzino viziato con i soldi che non sa cosa fare nella vita, beato chi può permetterselo.

Se lo consiglio? No. Nemmeno per le foto d'epoca, sono ritoccate, brutte e angoscianti. Il problema è che a me le foto d'epoca piacciono! Però questa è la sagra dell'orrore delle foto d'epoca.
Sono sicura che non lo rileggerò e nemmeno leggerò i libri che seguono.
Beh, se qualcuno vi presta il libro o ve lo regala e voi non avete nulla di meglio da fare potete anche leggerlo.


Valutazione: 5.5/10




Buona lettura!

sabato 7 gennaio 2017

LIBRO: Nemesi

Titolo: Nemesi

Titolo originale: Nemesi

Autore: Jo Nesbø

Genere: Thriller

Serie: Harry Hole
  1. Il pipistrello
  2. Scarafaggi
  3. Il pettirosso
  4. Nemesi
  5. La stella del diavolo
  6. La ragazza senza volto
  7. L'uomo di neve
  8. Il leopardo
  9. Lo spettro
  10. Polizia
Casa editrice: Einaudi

Trama:
La caccia agli assassini e l'alcol sono le più fedeli amanti del commissario Harry Hole. Ecco perché il suo incontro con Anna, una vecchia fiamma, non doveva essere più che una piacevole serata. Eppure, il risveglio il mattino seguente non gli riserva belle sorprese: abbandonato sulla poltrona del suo soggiorno, accusa i postumi della sbornia e non ricorda nulla della sera precedente. E Anna è appena stata ritrovata suicida nel proprio letto, un foro di proiettile alla tempia. Quando una mail anonima lo accusa di essere coinvolto nella morte della donna, Harry capisce che c'è qualcuno che sta cercando di incastrarlo.

Recensione:
Nemesi. Vendetta. Nemesi è la dea della Vendetta. Ed è proprio la Vendetta alla base di tutto: della civiltà, della nostra società.
Ma la Vendetta non è una sola e non c'è soltanto un modo per attuarla, anzi. La differenza fra Vendetta femminile e maschile è alla base di questo libro.
Questa volta Harry Hole si trova alle prese con tre casi da risolvere: il delitto della sua collega Hellen, ancora irrisolto, l'assassinio di una cassiera durante una rapina in banca e il suicidio sospetto di una sua vecchia fiamma con cui era appena stato a letto.
Ci sono tutti gli ingredienti per un romanzo perfetto.

Questo libro mi è piaciuto molto in particolar modo perché ci non c'è un solo assassino da scovare, ma Hole si deve destreggiare fra i vari testimoni, fra le diverse prove e deve tenere tutto in un quadro logico.
Durante l'indagine anche lui viene ricattato e questo confonde moltissimo. 
Si arriva ad un punto dove sembra che la soluzione sia stata trovata però non si potrebbe essere più lontani dalla realtà. Diciamo che in questi casi è verissimo che la risposta più semplice è quella corretta, quindi il libro si basa in poche parole su tutte le due (non contiamo il caso di Hellen) indagini errate condotte da Hole e direi che questo è geniale! In pratica durante tutto il libro brancola completamente nel buio quando in realtà tutte le soluzioni sono davanti i suoi occhi e... sotto casa!
Il finale è sorprendente, degno del genio di Jo Nesbø.

Valutazione: 9/10

Buona lettura!

giovedì 5 gennaio 2017

LIBRO: L'Abbazia di Northanger

Titolo: L'Abbazia di Northanger

Titolo originale: Northanger Abbey

Autore: Jane Austen

Genere: Regency

Casa editrice: varie

Trama:
Una storia d'amore sboccia nella cittadina termale inglese di Bath tra un giovane e benestante pastore anglicano e la protagonista del romanzo, Catherine Morland. 
Creduta una ricca ereditiera, Catherine viene invitata dal padre del fidanzato nella residenza di famiglia, l'ex-abbazia di Northanger. Qui la protagonista vive, in uno scambio tra fantasia e realtà, banali eventi quotidiani alterandoli alla luce di immaginarie atmosfere di terrore, tanto da mettere a repentaglio il rapporto sentimentale appena nato. 
Celebrazione dei riti d'iniziazione sociale della borghesia inglese di provincia, quest'opera della Austen rappresenta una sottile parodia del romanzo sentimentale e soprattutto del romanzo gotico.

Recensione:
Un romanzo carino, sicuramente da leggere. L'ho trovato piacevole e divertente, per nulla pretenzioso.
La vicenda segue le avventure che la giovane signorina Mollard (o "la nostra eroina", come la chiama l'autrice) vive durante un'estate lontana dalla famiglia, affidata alle cure di una loro cara amica.

Ci si può riconoscere facilmente nella protagonista: amante dei romanzi, soprattutto gotici, all'inizio del soggiorno a Bath si annoia, ma non appena fa la conoscenza di una ragazza diventa la sua migliore amica... insomma, a quale adolescente non è mai successa una situazione del genere?
La storia si fa veramente comica quando Catherine cerca di sfuggire a delle avance indesiderate ed allo stesso tempo prova ad attirare l'attenzione del suo amato. In balia degli eventi viene anche creduta una ricca ereditiera, per non parlare poi di tutta l'immaginazione che usa per inventarsi degli orrori accaduti all'interno delle mura dell'ex abbazia.

La storia d'amore non è poi così tanto romantica, e nemmeno appassionante, al contrario di "Orgoglio e pregiudizio" (Lizzie e Darcy, Jane e Bingley) e di "Ragione e sentimento" (Elinor e Ferrars). Ma questo non mi è dispiaciuto più di tanto.

Devo dire che la parte più bella è proprio l'ultima frase dell'autrice: "lascio stabilire da parte di chi possa essere interessato, se la tendenza di quest'opera sia a raccomandare la tirannia dei genitori o a ricompensare la disobbedienza dei figli". Per il momento la mia opinione pende nettamente a favore della seconda ipotesi della Austen, e sono quasi sicura che anche lei la penserebbe come me. Forse, alla fine possiamo quasi pensare che questo libro sia una specie di favola con un insegnamento finale.

Non è il mio libro preferito di Jane Austen, a volte non viene nemmeno considerato, però se amate il suo stile vale la pena di leggerlo.
I protagonisti sono ben caratterizzati e si evolvono nel corso del racconto, le descrizioni sono dettagliate, lo stesso vale per l'ambientazione. La struttura dei dialoghi è matura, nonostante la Austen l'abbia scritto in giovane età (è stato pubblicato postumo da suo nipote, viene anche spiegato in una nota all'inizio del romanzo).
Diciamo che consiglio questo libro agli amanti di Jane Austen per togliersi lo sfizio di averli letti tutti e anche per divertirsi un po', alla fine questo libro non è nulla di impegnativo.





Valutazione: 7.5/10


Buona lettura!

LIBRO: Il pettirosso

Titolo: Il pettirosso

Autore: Jo Nesbø

Genere: Thriller

Serie: Harry Hole
  1. Il pipistrello
  2. Scarafaggi
  3. Il pettirosso
  4. Nemesi
  5. La stella del diavolo
  6. La ragazza senza volto
  7. L'uomo di neve
  8. Il leopardo
  9. Lo spettro
  10. Polizia

Casa editrice: Einaudi

Trama:
Le guerre non finiscono mai. E per Harry Hole la guerra è appena cominciata. Durante la seconda guerra mondiale un gruppo di giovani soldati norvegesi combatte a fianco dell'esercito tedesco alle porte di Leningrado. Sono gli "uomini del fronte". La battaglia li unisce, ma alla fine della guerra uno strano omicidio e una diserzione sfaldano il gruppo. Quando, molti anni dopo, i monti intorno a Oslo restituiscono i bossoli di un Märklin, un fucile tedesco che, grazie alla sua straordinaria precisione, è lo strumento ideale per un killer professionista, Harry Hole intuisce che dietro quel ritrovamento si nasconde qualcosa di più grosso. E sulle tracce di quell'insolita arma si addentra in una palude di tradimenti e vendette da cui sarà difficile riemergere.

Recensione:
Tutto il gioco è sospeso fin dall'inizio fra passato e presente in un vortice che ti risucchia.
Questa volta non si tratta di una semplice caccia all'assassinio, ma di una vera e propria corsa contro il tempo. Infatti si cerca di fermare il cecchino prima che colpisca, anche se in realtà ha già ricominciato ad uccidere.

Un Thriller psicologico, dove nessuno sembra sincero, tutti si accusano e allo stesso tempo si perdonano, invocando come scusa la guerra, durante la quale succede di tutto e nessuno è legittimato a giudicare. 
Le personalità dei soldati si fondono fra loro anche grazie al cameratismo ed è difficile capire chi è veramente chi.

Una storia d'amore dolcissima, che però allo stesso tempo nasconde delle insidie.

Questa volta l'ispettore Hole gioca in casa: le indagini si svolgono ad Oslo, ma ciò non toglie che ci siano ramificazioni in tutta Europa, soprattutto in Germania e Austria.

Man mano che si prosegue con la lettura diventa sempre più complicato stare dietro all'indagine perché i personaggi sono molti e tutti raccontano qualcosa di importante, ma non si riesce mai a capire che racconta la verità e questo ci porta ad invischiarci sempre di più nella tela che il ragno ha cominciato a tessere più di quarant'anni prima.

Il finale è magistrale, quando finalmente appare la soluzione del caso tutte le carte presenti in tavola vengono mescolate e se ne aggiungono di nuove.

Inutile dire che Jo Nesbø è impressionante, come sempre.

Altri romanzi di Jo Nesbø: "Il cacciatore di teste" e "Sole di mezzanotte".


Valutazione: 9/10

Buona lettura!